lunedì 30 agosto 2010

Ascanio Celestini


Ascanio Celestini

Il popolo è un bambino

Non ci capisce niente di politica.
Se tu gli parli di rivoluzione e lo fai seriamente finisce che il popolo la fa per davvero la rivoluzione.
Allora bisogna fare come ha fatto il partito comunista.
La rivoluzione gliel'ha fatta vedere da lontano al popolo come una ballerina della televisione.
Il popolo è un bambino e gli piace guardare le ballerine.
I maschietti si guardano la televisione perché gli piace il culo delle ballerine.
E le femminucce si guardano la televisione perché vorrebbero averci il culo come quello delle ballerine che piacciono tanto ai maschietti.
Tutti guardano il culo in Tv.
Ma sia le femminucce che i maschietti sanno che la televisione è un elettrodomestico.
Che quel culo esiste solo là dentro.
Si guardano intorno e la realtà è che si ritrovano sul divanetto del loro appartamento senza culi e senza balletti.
Ma sono contenti lo stesso. Sono contenti perché tutte le volte che ri-accenderanno il televisore ci avranno un culo in diretta pronto per essere guardato.
E non importa che sia finto come la favola di cenerentola.
Importa solo che dopo il culo in diretta si vada a letto sereni.
Al popolo gli piace la rivoluzione, ma gliela devi mostrare come il culo delle ballerine.
Come una cosa bella e impossibile.
Gliela devi raccontare come una favola.
Il popolo è un bambino.
Vuole sempre avere ragione.
Allora chi governa il popolo gli deve dire che "gli altri c'hanno sempre torto.
Gli altri sono atei miscredenti, pervertiti omosessuali, zozzi meridionali, negri puzzolenti…eccetera.
...insomma: relativisti".
Allora il popolo è contento.
Perché il popolo è un bambino e come tutti i bambini gli piace giocare.
Nei giochi dei bambini c'è sempre uno che vince e un altro che perde.
Per questo che al popolo gli piace tanto il calcio.
Il popolo lo sa che il calcio vero non è quello dei campetti, delle partitelle.
Il popolo lo sa che al calcio vero non ci può giocare.
Che il vero calcio se lo può soltanto guardare in televisione.
Allora il popolo si mette seduto e guarda.
Il popolo strilla, si agita, si stanca come un bambino.
E quando arriva la sera si addormenta subito. è buono buono il popolo, è una pecorella.
Il popolo lo sa che la vita è come una partita di calcio in televisione, come la finale dei mondiali: tutto il mondo la guarda, ma poi la palla se la giocano solo due squadre.
Bello il calcio! Bella la vita!
Solo pochi se la godono, ma tutti gli altri possono fare il tifo.
Il popolo è un bambino.
Se gli rubi le caramelle il bambino si arrabbia.
Ma se gliele metti in vetrina quello se le compra subito.
Allora tu che sei più furbo del popolo gliele fai pagare il doppio di quello che valgono.
Così per ogni caramella che si compra una gliela vendi e un'altra gliela rubi.
Se metti le mani in tasca al popolo sei un ladro,
ma se è il popolo che si viene a svuotare le tasche da te è solo una legge di mercato.
Il popolo è un bambino, gli piace comprare le caramelle.
Poi magari se le porta a casa e manco se le mangia.
Magari le butta al secchio, magari.
Perché ai bambini gli piace comprare comprare comprare.
Allora tu che sei più adulto del popolo gli vendi tutto.
Il popolo vuole mangiare? E tu gli vendi le porcherie fino a farlo scoppiare.
Il popolo vuole le canzonette? E tu gli vendi qualche chilo di ritornelli da canticchiare sotto la doccia.
Il popolo vuole gli ideali? E tu gli vendi anche quelli.
Poi magari li porta a casa e non ci crede più.
Magari li butta al secchio.
Meglio! Meglio…
Così torna subito al supermercato a comprarsi le caramelle.
Il popolo è un bambino.
Fa tante domande e tu non gli puoi dire la verità
sennò quello ti mette in difficoltà.
Per esempio io c'ho un figlio, si chiama Robertino Casoria, è il peggiore della classe.
Mi ha detto "papà cosa sono i terroristi?"
Io gli ho voluto dire la verità, gli ho detto: "Ti ricordi quando eri bambino? A Natale ti ho detto che sarebbe arrivato Babbo Natale.
Tu eri un bambino intelligente o non ci hai creduto.
Ma poi la notte io sono andato a mettere i regali sotto l'albero e la mattina appresso quando li hai visti hai incominciato a credere che li aveva portati Babbo Natale. Hai pensato che se c'è il regalo significava che c'è anche il barbone che lo porta con le slitte, con le renne.
E invece ero sempre io.
E i terroristi sono la stessa cosa. Qualcuno ti dice che ci sono i terroristi e tu non ci credi.
Poi scoppia 'na bomba, crollano un paio di grattacieli
e tutti pensano che se c'è l'attentato significa che ci stanno anche i terroristi che l'hanno fatto...
ma è tutta una bugia, è sempre papà che zitto zitto di notte fa scoppiare le bombe e poi da' la colpa ai terroristi" .
E mio figlio mi fa:
"l'amico mio Pancotti Maurizio..." - ché Robertino frequenta
un bambino ciccione che è insopportabile e secondo me è pure un po' deficiente - m’ha detto “Pancotti Maurizio dice che questa cosa si chiama strategia della tensione!"
Allora io gli ho risposto "l'amico tuo Pancotti Maurizio è comunista!
E lo sai perché è così ciccione? Perché i comunisti si mangiano i bambini. Stai attento quando vai a fare la merenda da lui perché ti si mangia!"
E mio figlio Robertino ha cominciato a tremare.
Per una settimana non è più uscito di casa.
Gli ho fatto fare tutto quello che volevo, gli dicevo "lava la macchina! Metti a posto la stanzetta! Portami le ciabatte!", lui mi ubbidiva come un cagnolino. Perché si governa con la paura.
E il popolo è uguale.
Il popolo è un bambino.
Se vuoi che non si perda nel bosco gli devi dire che c'è il lupo cattivo, l'uomo nero!
I terroristi, l'arabi col barbone, i pirati della Malesia. Ogni tanto insomma bisogna cambiare, fare la rotazione.
Il diavolo, gli zombie, il mostro di Loch Ness, il bocio, i marziani, i fantasmi.
Il popolo è un bambino.
Se gli metti paura ti porta le ciabatte, ti lava la macchina.
Il popolo è un bambino.
Se gli metti paura ti ubbidisce subito.
Questa è una parte di un monologo di Ascanio Celestini. Ho provato a tradurla in inglese, spero di non aver rovinato tutto. Il risultato è questo qui.

lunedì 23 agosto 2010

Due escursioni in Val Taleggio

Nell'attesa di un post sull'escursione di settimana scorsa durante le nostre meritate vacanze, approfitto dell'atmosfera rilassata del rientro per documentare due camminate rimaste nel fondo dell'ultimo cassetto.


Cornello dei Tasso
28 marzo: Cornello-Oneta

In cammino verso Oneta
Percorrendo la statale 470 della Val Brembana, dopo San Giovanni Bianco bisogna uscire al primo svincolo prima del tunnel, seguendo per Camerata-Cornello. Da qui si prosegue sulla vecchia strada, fino a trovare una svolta a sinistra che comincia ad arrampicare la montagna. Qualche tornante e troviamo il centro sportivo, vicino al quale lasciamo l'auto.
Da qui riscendiamo a piedi fino al tornante, da cui si diparte una carrozzabile. È una strada senza uscita per i mezzi motorizzati, al termine della quale inizia il sentiero. Si giunge presto al borgo medioevale di Cornello dei Tasso (uno dei Borghi più belli d'Italia).
Da qui, proseguendo, si entra nel bosco e si incontra una chiesetta dedicata a S. Anna.
Si giunge quindi ad Oneta, anche questo un bellissimo borgo medioevale, noto per aver dato i natali ad Arlecchino. Dopo una breve esplorazione del borgo, torniamo sui nostri passi.
Il percorso è ben ombreggiato e pianeggiante. Non presenta alcuna difficoltà, ma è molto bello.
Andata:
  • Tempo: 1:08
  • Distanza: 4.82km
  • Dislivello: 144m (210m in salita, 66m in discesa)
  • Altitudine: tra 449m e 563m

  • Ritorno (sullo stesso percorso):
  • Tempo: 1:16
  • Traccia GPS dell'escursione.
    A: Parcheggio; B: inizio del sentiero sul tornante; C: Cornello dei Tasso; D: Oratorio di S. Anna; E: Oneta


    Il Fraggio
    16 maggio: Pizzino
    Già ci eravamo stati qualche tempo prima, passando per caso da queste parti e seguendo i cartelli che indicavano vendita di formaggio artigianale di capra.
    Venendo da Bergamo sulla statale della Val Brembana, all'altezza di San Giovanni Bianco si segue per la strada della Val Taleggio. Alla località Sottochiesa si trova una strada a destra, che già indica il formaggio di capra. Si giunge a Pizzino dopo qualche tornante.
    Abbandoniamo l'auto in un piccolo parcheggio appena prima della chiesa.
    Seguendo le indicazioni, arriviamo all'agriturismo "Il Pavone", dove fanno appunto un magnifico formaggio. Da lì parte il sentiero, tra boschi e pascoli che giunge alla località Fraggio (un paio di case rurali e una chiesetta, risalente al XV secolo). Da qui, si gira intorno al paesino e si sale gradualmente fino ad incontrare una strada asfaltata che scende di nuovo alla località di Pizzino.
    Risaliamo poi all'agriturismo per acquistare un po' di formaggio e riscendiamo al parcheggio. Questo giro non presenta particolari difficoltà ed è piuttosto breve.
    Circuito ad anello:
  • Tempo: 1:45
  • Distanza: 5.22km
  • Dislivello: 166m (salita-discesa di 295m)
  • Altitudine: tra 887m e 1053m
  • Traccia GPS dell'escursione.
    A: Parcheggio; B: Agriturismo Il Pavone; C: Localita' Fraggio