lunedì 21 febbraio 2011

Che bel quadretto!

giovedì 17 febbraio 2011

L'equilibrio tra i Poteri. Ma quali poteri?

L'altra sera stavo guardando il notiziario su RaiNews.
L'ospite di Mineo sosteneva che in nessuno Stato democratico al mondo il Premier possa essere processato dalla Magistratura. Sosteneva che bisogna scindere tra il ruolo di Presidente del Consiglio e il cittadino Silvio Berlusconi.
In sostanza le azioni di Berlusconi, legali o no che siano, dovrebbero essere valutate dal Parlamento, ma il ruolo di Berlusconi dovrebbe essere protetto contro il Potere Giudiziario, fintantoche' Berlusconi ricopre quel ruolo. Dopodiche', alla scadenza (naturale o no) del mandato, l'uomo Berlusconi dovra' rispondere dei propri reati alla Magistratura, come tutti i cittadini.
Gli esempi portati da quel signore sono gli USA: hanno l'Impeachment (che pero' e' uno strumento del Parlamento, e non della Magistratura) e la Germania, che ha una sorta di immunita' parlamentare.

Io non sono molto ferrato, e non ho ben capito cosa sia il Tribunale dei Ministri. Non lo so se e' vero che non esiste altro esempio al mondo in cui il Potere Giudiziario "si permetta" di giudicare il Capo dell'Esecutivo, e sull'argomento anche Mineo mi e' sembrato un poco smarrito.
Pero', sorprendentemente, mi trovo abbastanza d'accordo con questo principio. Il problema cruciale in una qualunque democrazia, credo, e' quello di mantenere l'equilibrio tra i tre Poteri. Che per sua natura e' instabile.
Io credo che, in situazioni normali, consentire alla Magistratura di giudicare il Presidente del Consiglio sia pericoloso, perche' in questo modo ci sarebbe una supremazia di un potere sull'altro. In una democrazia come quella Italiana, non deve essere la Magistratura a decidere chi possa e chi non possa detenere il potere Esecutivo, ma il Parlamento, per nomina del Popolo.

Pero', in una normale democrazia, in un caso come questo il Premier ha il buon gusto di dimettersi, proprio per farsi processare. Suppongo che chi e' Primo Ministro abbia, come minimo, la volonta' di fare il bene della Nazione. Se fosse colpevole e' evidente che non puo' governare, mentre se fosse innocente il suo senso dello Stato gli dovrebbe suggerire che in ogni caso il dubbio mediatico sia dannoso per la Nazione. Io, in quei panni, cercherei di ripulire la mia immagine ingiustamente sporcata, prima di continuare nel mio ruolo, perche' altrimenti sarebbe un danno per il Paese che sono chiamato a servire.
In effetti, la cosa che mi scoccia di piu' non e' tanto che Berlusconi non paghi per quel che (eventualmente) ha fatto, ma che non venga processato e che quindi rimanga l'onta sulla Nazione, indipendentemente dalla sua colpevolezza.
Prima di Berlusconi io sostenevo con i miei amici americani che il nostro sistema democratico fosse di gran lunga migliore del loro. Ora mi rispondono che per lo meno la loro ingenua democrazia non consente che il governo sia guidato da un viscido criminale pedofilo puttaniere corrotto (e non rappresentativo del Popolo).

Poi c'e' anche un altro problema. Ha senso, secondo me, dire che il potere di Berlusconi dovrebbe essere condizionato dal giudizio del Parlamento, e quindi dal Popolo che l'ha eletto, perche' i Parlamentari dovrebbero valutare imparzialmente la situazione. Cioe' se si pensa che Berlusconi sia corruttibile, corrotto, se si pensa che abbia coscientemente creato imbarazzo diplomatico dicendo che Ruby fosse la nipote di Mubarak (eccetera eccetera), be', se e' cosi' bisogna sfiduciarlo, perche' non e' in grado di svolgere il suo mandato. Se invece si pensa che sia innocente, e che tutte queste cose non contino, bisogna sostenerlo.
Il fatto e' che pero' i Parlamentari, in maggioranza, votano per la fiducia a Berlusconi non perche' ritengono che sia innocente, ma perche' hanno interessi personali a tenere in piedi la Legislatura. Un po' perche' sono comprati da Berlusconi, un po' perche' non sono stati eletti dal Popolo (come avverrebbe in una normale democrazia), ma nominati dai Partiti, in particolare dal PdL. E quindi non rispondono al Popolo, ma al Partito. Cioe' il loro potere su quella poltrona e' condizionato dalla scadenza della Legislatura, e, al termine di essa, saranno gli organi dirigenti del Partito che decideranno eventualmente di nominarli di nuovo. Quindi sono sotto ricatto.
Quest'ultimo e' un evidente problema della attuale legge elettorale, che non consente al Popolo di determinare chi dovra' rappresentarlo. Neanche questo si e' mai visto in una normale democrazia.
A dirla tutta, su questo punto sono un po' confuso. Ho sempre sostenuto che l'elettore non debba votare la persona ma i valori e i programmi di cui quella persona e' portatrice. Quindi non mi dispiaceva che i cittadini fossero chiamati a votare il Partito, ricettacolo di quei valori e programmi, e non la persona. Questa limitazione avrebbe potuto indurre l'elettore a focalizzarsi appunto su valori e programmi anziche' sull'eventuale fascino esteriore del candidato. Che un candidato vinca su un altro semplicemente perche' e' piu' simpatico mi pare totalmente antidemocratico.
Anche il criterio della nomina da parte del Partito pero' non funziona, se il criterio di nomina di un candidato e' quello della maggiore controllabilita' e non quello della migliore rappresentativita' dei valori. Il potere dei dirigenti di partito sui parlamentari e' evidentemente basato sulla corruttibilita' di quei candidati. Abbiamo quindi un Parlamento di corrotti! E se e' questo il Parlamento che deve decidere se un Capo del Governo possa continuare a governare... mmmmh...

Infine c'e' il problema del conflitto di interessi. Se il Presidente del Consiglio deve essere giudicato dal Parlamento, e quindi dal Popolo che l'ha votato, bisogna che il Popolo abbia una informazione obiettiva di cio' che succede. Visto che il popolo e' influenzato dai mezzi di comunicazione, chiunque possa disporre di mezzi di comunicazione puo' utilizzarli come mezzi di propaganda. E' come farsi giudicare da una giuria parziale. E' per questo che nelle democrazie vere il premier non possiede ne' controlla i mezzi di informazione. Il potere dei media dovrebbe essere indipendente come lo dovrebbero essere gli altri tre. Come puo', con il sistema mediatico che abbiamo in Italia, il Popolo decidere serenamente e obiettivamente se Berlusconi puo' o no governare?

In conclusione non credo che sia sbagliato il principio secondo cui il Presidente del Consiglio non debba essere giudicato da un normale tribunale. Questo pero' e' valido solo se ci sono altri strumenti efficaci che impediscano ad un criminale di ricoprire quella carica. O addirittura che gli impediscano di commettere un crimine durante quel mandato. Oddio, non e' che voglio concludere che Berlusconi debba essere ritenuto colpevole prima dello svolgimento del processo, ma mi pare che l'inadeguatezza di qualunque strumento per destituirlo (il Parlamento), non consenta altra via.

Dire che il giudizio della Magistratura sul Presidente del Consiglio e' pericoloso per la stabilita' dei rapporti tra i poteri e' vero, ma e' anche fuorviante, in questo caso. Perche' Berlusconi e' palesemente colpevole, e quindi da qualcuno dovra' pure essere giudicato, ed eventualmente condannato.