martedì 29 novembre 2011

L'onesta' dei ricchi

ROMA, 28 NOV – Vittorio Grilli, attuale direttore generale del Tesoro e nominato dal Cdm viceministro all'Economia rinuncera' al 70% dello stipendio.
Sara' infatti in aspettativa come dg e percepira' solo lo stipendio da viceministro.


Wow! mi sono detto quando ho sentito 'st'ansa alla radio, apprezzando una volta di piu' il nuovo corso di trasparenza ed onesta' del dopo-berlusconi.
E ho anche ammirato il senso di onesta' personale e di abnegazione al bene comune di Vittorio Grilli, che rinuncia al 70% dello stipendio per accettare una carica pubblica forse anche un po' scomoda.

Poi pero' ho fatto quattro conti, rispondendomi che il 70% di una certa quantita' di denaro non e' una espressione molto significativa se non si sa a quanto ammonta il totale. E subito mi e' venuto da pensare al mio, di stipendio. Uhm.... Start -> Tutti i programmi -> Accessori -> Calcolatrice. Il mio stipendio per 0.3... considerato il mutuo, considerato che siamo in due a sopravviverci sopra, anche ammesso di ammazzare i cani ed utilizzarli come riserva proteica facendoli arrosto, direi che sopravviveremmo... uhm.... mazza giornata. Forse, tirando un po' la cinghia, anche una giornata intera.

E poi ho sentito che l'anno prossimo l'Italia sara' in recessione, il che significa posti di lavoro in meno (come se ora ne avessimo da vendere).
E poi ho anche sentito che l'Europa ci impone un ritocco dell'articolo 18, per creare posti di lavoro. Cioe', coloro che, come me, hanno gia' un posto di lavoro potranno perderlo (rinunciando a... uhm.... il 100% del loro stipendio) con sempre meno speranza di trovare un altro posto di lavoro, ma lo faranno per una giusta causa: la creazione di nuovi posti di lavoro.

Consideravo, tra me e me, il distacco piu' totale tra le istituzioni e il cittadino.

lunedì 21 novembre 2011

Sit down, relax, eat, eat, eat...

"Siediti, rilassati, mangia, mangia, mangia..." è l'espressione di accoglienza che frequentemente ti rivolgono gli hawaiiani. Anche lì, come nella nostra cultura, il cibo assume un valore sociale, ma il convivio ha una forma diversa. La differenza sta nella "geometria". In Italia si mangia tutti seduti intorno al tavolo, assieme (anzi, è scortese iniziare quando non siano tutti pronti). Alle Hawaii (e, credo, in genere negli States), è più comune il buffet. Ognuno si serve riempiendosi il piatto, e non è infrequente che non esista nemmeno un tavolo. Si mangia ognuno un po' come vuole: in piedi, seduti su sedie o poltrone, lasciandosi trasportare dagli eventi nella formazione di gruppetti di conversazione più o meno grandi.

Luau
Luau è una parola del linguaggio dei nativi hawaiiani che significa più o meno "festa". Lo spirito è quello di ritrovarsi in un luogo per condividere un momento di incontro. Tradizionalmente gli invitati portano del cibo che poi viene condiviso tra tutti.

Il luau a cui ho partecipato nelle mie vacanze hawaiiane è stato organizzato nel Community Center della zona, in occasione del family reunion di mia moglie R.
Gli invitati erano i parenti diretti delle famiglie originate dalla defunta nonna di R, immigrata nelle Hawaii dalle Filippine. Eravamo circa duecento: un buon successo visto che la maggior parte di quei parenti si sono sparpagliati un po' ovunque nel mondo.

Il personaggio più tipico della festa era Patty Boy, un cugino dall'età indefinibile con lunga e folta chioma canuta raccolta in una coda di cavallo. Voce potente e profonda.

La cena al Luau
Quando siamo arrivati con i nostri cognati lui si è immediatamente fiondato dalla sorella di R (che abitualmente abita nello stato di Washington) accogliendola con un caloroso "Welcome to my cos from Italy" ("un benvenuto a mia cugina dall'Italia"). Quando gli abbiamo fatto discretamente notare l'errore ha ripetuto ad R la stessa formula, e mi ha abbracciato calorosamente con un "Thank you for taking care of my cos" ("grazie per prenderti cura di mia cugina").
Patty Boy, come gesto di accoglienza, mi ha messo al collo un lei di ti leaves (foglie di una pianta tropicale), e rispondendo al mio "i am honored" ("sono onorato") non ha perso l'occasione di sottolineare (forse con un po' eccessivo pathos) quanto fossimo fortunati a vivere quell'occasione di rinsaldare l'unità della famiglia.
Ecco, Patty Boy è quello che mi pare incarni meglio, quasi una caricatura, lo spirito di accoglienza totalmente sincero e disinteressato delle Hawai'i.

La cena era disposta su una lunga tavolata con grossi vassoi, pentole e piatti da portata. Il nostro contributo non poteva che essere qualcosa di tipicamente italiano: abbiamo farcito un numero considerevole di cialde di cannoli con ricotta dolce fresca e frutta candita. Il risultato non era affatto male, infatti sono spariti in pochi minuti.

Kalua pig

La preparazione del Kalua pig
La cosa più tipica della tavolata era il kalua pig.
Il modo originario hawaiiano per cucinare il maiale è quello di avvolgerlo intero in foglie di banana e così sotterrarlo in una buca in cui sono state depositate delle pietre arroventate di roccia vulcanica. Il maiale poi è ricoperto di altre pietre roventi e di sabbia. Dopo una quantità di tempo considerevole si scopre il tutto e il maiale si scarta dalle foglie di banana, bell'e cotto.
Abbiamo avuto la fortuna di poter assistere alla preparazione del kalua pig con metodi un poco più "evoluti". Il maiale, dentro le foglie di banana, era stato avvolto in carta d'alluminio e appoggiato in una gabbia di metallo. A sua volta la gabbia era appoggiata sulle pietre roventi all'interno di una buca, ed il tutto era ricoperto con stracci umidi e una apposita coperta di materiale plastico. Noi siamo giunti al luogo della preparazione durante il pomeriggio, nel momento in cui lo stavano scoprendo, ed abbiamo avuto l'occasione di assaggiarlo ancora rovente.

Poke
Tipicamente il kalua pig si accompagna con il poi, cioè una specie di puré di taro, un tubero tropicale dal colore grigio-rosa e sapore dolciastro. Il poi si mangia raccogliendolo da una ciotola con due dita ("two fingahs")

Poke
Un altro tipico modo di mangiare alle hawaii è il poke. Si tratta, più che di pranzo o cena, di spuntino. Il poke viene venduto nel reparto gastronomia dei piccoli supermercati, riforniti direttamente dai pescatori locali, come avviene a Hishihara market.

Lo chef di Chicken in a Barrel
Il pesce, freschissimo, viene tagliato a cubetti ("bite size") e marinato in salse e spezie. In genere si mangia con i chopsticks stile cinese.

Chicken in a Barrel
Una esperienza divertente è stata andare a pranzare in banchetti poco più che improvvisati ai bordi delle strade in riva al mare. Chicken in a Barrel è uno di questi. Un solo personaggio con vistoso cappello da cowboy accetta ordinazioni da una finestra in una casetta di legno,

Saimin
cucina il pollo sulla griglia sistemata sopra ad un fuoco mantenuto in un bidone di latta (un "barrel", appunto) e serve ai tavoli disposti sul prato circostante.

Saimin
Le Hawai'i sono un ricettacolo di tradizioni portate da chi vi è immigrato nelle varie fasi della storia. Grande è la comunità dei giapponesi, e quindi popolare è la cucina di quella provenienza. Uno dei miei posti preferiti è il ristorante giapponese Kintaro, dove ho assaggiato il miglior sushi della mia (limitata) esperienza. Ma un locale che non mi faccio mai perdere, quando vado a Kaua'i, è Hamura Saimin. Il saimin, il locale e i gestori somigliano molto a quelli descritti nel film The Ramen Girl. "Saimin", in effetti, è la denominazione hawaiiana del ramen. Il menù è piuttosto limitato, ma non importa. L'unica ordinazione che abbia un senso in quel locale è, appunto, il saimin.

Tutte le foto di questo post sono state prese dal blog di R: http://rubbahslippahsinitaly.blogspot.com/

lunedì 7 novembre 2011

In nome delle scimmie...

Allora, vorrei parlare del luau o di altre amenita' delle Hawaii, ma per quelle cose mi serve un po' piu' di serenita' d'animo, e adesso invece mi preme un altro post politico.

Premessa:
Io mi ritengo di sinistra, sicuramente, anche se fatico ad identificarmi in un partito di sinistra esistente (credo che questo "anche se" sia il dramma di tutto il popolo della sinistra... sbaglio?).
E in quanto di sinistra credo che Berlusconi se ne dovrebbe andare. O meglio, credo che l'uscita di scena di Berlusconi sia l'unico modo per salvare l'Italia dal fondo del baratro in cui stiamo rovinosamente precipitando. Credo e ho sempre creduto, da che Berlusconi ha cominciato a calcare la scena politica (e invero anche da prima!), che Berlusconi sia un ladro, un mafioso, uno che e' totalmente indegno a rappresentare i cittadini italiani (e non per merito di questi, ma per demerito di quello). Da subito (ricordo in particolare che la prima volta che ho cominciato a temere per l'Italia e' stato quando Emilio Fede ha fatto il primo TG speciale sulla prima guerra del Golfo) ho capito che Berlusconi aveva troppo potere, e che lo avrebbe esercitato per i propri interessi, in competizione con gli interessi dei cittadini.
Credo quindi che Berlusconi debba sparire dalla scena politica, e credo che anche quando lo facesse, dovremmo rimanere all'erta che non ne combini qualcun'altra per salvarsi il proprio e per vendere il culo dell'Italia.
Che se ne vada, in nome dell'Italia, dell'Europa, di Dio, e anche delle Scimmie, come dice Staino l'evoluzionista.

Ora,
Detto questo, pero', quando Berlusconi dice che rimarra' al potere finche' il suo governo sara' sostenuto da una maggioranza, ritengo che, anche se le sue motivazioni per dire cio' sono tutt'altre, non stia affatto contravvenendo alle regole. Anzi.
Sapevo che siamo in una democrazia, e in una democrazia il popolo e' sovrano. Siamo in una democrazia rappresentativa, e quindi in rappresentanza del popolo il Parlamento e'
sovrano. Non il presidente del consiglio o il presidente della repubblica, ma il Parlamento. E dove il Parlamento sostenesse il governo, il presidente del Consiglio non solo ha il diritto, ma anche il dovere di governare.
Come dicevo nella mia premessa tuttavia auspico (con la stragrande maggioranza del popolo italiano, spero), che Berlusconi se ne vada. Ma ritengo quanto mai bizzarro soltanto supporre che a decidere questa dipartita sia Berlusconi stesso, che sta li' per interessi personali, e quand'anche non avesse interessi personali dovrebbe stare li' per mandato democratico.
Non e' Berlusconi che deve fare un passo indietro. E' piuttosto il Parlamento che, capendo che Berlusconi non e' in grado di governare, dovrebbe sfiduciarlo.
Io sono ingenuo si', ma non cosi' tanto. Non e' che credo che i parlamentari non abbiano capito che Berlusconi se ne deve andare. E' che e' loro convenienza rimanere dove stanno. E' che sono tutti stati comprati da Berlusconi. Tutti? Be', non tutti. Ci sono quelli che dalla prima ora erano Berlusconiani convinti, credo. Quelli non sono stati comprati. No, credo che ad essere stati comprati siano tutti quegli Scilipoti che sono stati nominati dalle opposizioni, non dalla maggioranza. Insomma, se io dovessi comprarmi qualcosa non mi comprerei una cosa che gia' ho. Mi comprerei una cosa che appartiene a qualcun altro.
Berlusconi, se dovesse contare solo sui parlamentari che furono nominati alle ultime elezioni nelle sue fila (PdL+Lega+AN o come diavolo vogliamo chiamare i postfascisti), non avrebbe la maggioranza da tempo. Invece ce l'ha perche' puo' contare su alcuni parlamentari nominati dai partiti dell'opposizione che ora hanno cambiato bandiera. E non e' che li si puo' assolvere dicendo che hanno cambiato sinceramente opinione. No, sono indifendibili perche' hanno venduto il mandato popolare per trenta denari.
Cioe', praticamente, noi, popolo della sinistra, abbiamo votato dei partiti che hanno nominato delle persone le quali poi, per un pugno di soldi, hanno fatto esattamente il contrario di cio' che noi implicitamente abbiamo chiesto loro. E ora siamo qui a chiedere a Berlusconi di fare un passo indietro? Ma in nome di Dio, se ne vadano loro, tanto per cominciare! Quei corrotti nominati dalle opposizioni! Sono loro che hanno venduto l'Italia.

Ma com'e' potuto essere?
Vien da chiedersi come sia possibile questo mercato di Parlamentari. Io una (parziale ma indubbia) risposta ce l'avrei. Il mercato delle vacche e' l'effetto del Porcellum (tanto per usare un linguaggio da fattoria). Un sistema elettorale che prevede che i parlamentari siano nominati dai partiti e non eletti dal popolo, un candidato, se vuole godere degli stessi privilegi ed essere nominato di nuovo deve fare l'interesse di chi potenzialmente puo' nominarlo di nuovo. Quindi quello che paga di piu'. Berlusconi.
Ma uno fa il deputato per godere di privilegi? Be', chiediamo conto di questa affermazione immorale a chi ha nominato quei brutti ceffi.
Mi si dira' che il Porcellum e' stato inventato da uno che stava dalla parte di Berlusconi. Si', e' vero. Ma, almeno a parole, lo stesso tipo che l'ha inventato si e' anche pentito di averlo fatto. Era pronto a fare un passo indietro per riformare la legge elettorale appena riformata, ma invece no. Proprio Veltroni (e non dico uno sfigato di un insignificante partitino della sinistra, ma il leader della piu' grande forza d'opposizione) ha deciso di affrettarsi a cavalcare proprio quella Porcheria, e non per governare, ma per rafforzare il potere di quel partito, e magari il suo personale all'interno di esso. Praticamente a chiedere a Berlusconi di dimettersi e' quel PD che per interesse politico ha cavalcato il Porcellum che e' causa della corruzione del Parlamento che e' a sua volta la base del sostegno a Berlusconi.
Ma solo io ci vedo qualcosa di contraddittorio in questo?

E dopo?
Che poi, supponiamo che Berlusconi se ne vada finalmente a casa.
Il PD ha detto, in coro con tutte le forze di opposizione, che a quel punto la sinistra e' pronta per governare, e per condurre l'Italia alla salvezza.
Certo io credo che finche' Berlusconi e' al potere l'Italia cadra' sempre piu' in basso. Ma non credo di sicuro che la causa della primavera Italiana potra' mai essere l'uscita di scena di Berlusconi. Ci vorrebbe qualcuno che faccia qualcosa.
Bersani si dice pronto a fare questo qualcosa.

Tra parentesi:
A me l'idea di un governo tecnico non piace affatto, perche' da che mondo e mondo i governi tecnici servono per prendere decisioni impopolari senza che le forze che lo sostengono se ne prendano le responsabilita'. In altre parole ho paura che un governo tecnico finira' per ridure i diritti dei lavoratori, le liberta' sociali, i soldi e i servizi ai cittadini (esattamente come Berlusconi ha promesso all'Europa di fare), perche' tanto alla fine non sara' colpa di nessuno. In conclusione ci fara' subire lo stesso prezzo del governo Berlusconi, ma ce lo fara' accettare con meno lacrime.
Il governto tecnico non mi piace, ma per uno politico ci vorrebbero le elezioni. E anche ammesso di avere il tempo di farle, e' impensabile farle con il Porcellum. E quindi il governo tecnico e' necessario per ricoprire il tempo tecnico di superare il momento critico e nel frattempo aprire la strada alle elezioni con un sistema nuovo.
...sempre che il governo tecnico si ricordi di riformare il sistema elettorale, altrimenti saremo da capo, perche' finira' che in Parlamento ci andranno dei corrotti che, per proprio interesse personale faranno l'interesse di chi paga meglio, che si chiami Berlusconi o no.
Chiusa parentesi.

Bersani si dice pronto a fare questo qualcosa, dicevo. Ma non sara' una buona idea spiegarci anche di che cosa si tratta? Fugherebbe i dubbi che anche un governo di centrosinistra - tecnico o no che sia - abbia la minima idea di come uscire da questo arrocco. Che' invece Bersani ha ben chiaro che cosa bisogna fare, vero? Sembra stia ripetendo da giorni proprio questo concetto.

C'e' almeno una manciata di blogger che seguo che mi direbbero che qualunque schifezza di governo di qualunque colore sara' senz'altro meglio di Berlusconi. E' vero. Meglio, ma non sufficiente.
Cioe', non e' troppo difficile trovare uno che governi meglio di Berlusconi. Anche uno che facesse andare la situazione un po' meno male di quanto faccia Berlusconi sarebbe meglio di Berlusconi, ma la situazione continuerebbe ad andare molto male. Se poi, tamponando la crisi, volessimo anche risparmiare i diritti degli Italiani, allora non ci serve un qualunque imbecille meglio di Berlusconi, ma uno bravo.
E chi e' quello bravo? Bersani?

venerdì 4 novembre 2011

Refrain

Questo post si infila qui, interrompendo di prepotenza una serie dedicata alle Hawai'i.
Non c'entra niente, ma mi prudono le mani.

Prima delle vicende di questi giorni, la Merkel mi piaceva abbastanza. Sarkozy invece no.
Papandreu deve imporre ai suoi concittadini certe misure restrittive (simili per altro a quelle che Berlusconi impone a noi), per salvare l'economia greca e rientrare nei parametri europei.

Tra parentesi, personalmente penso che ridurre i diritti dei lavoratori, le pensioni, i servizi, far tirare la cinghia al ceto medio e ai piu' poveri, non sia una buona soluzione per l'economia, perche' e' solo distribuendo la ricchezza che si consente a quelle classi di comprare, e quindi di rimettere in moto l'economia. Pero' io sono un fesso, e 'ste cose le lascio agli economisti piu' competenti. Chiusa parentesi.

La cosa che mi ha lasciato di sasso e' la sorpresa e la conseguente irritazione dimostrate da Merkel e Sarkozy quando Papandreu ha deciso di far approvare alla popolazione, con un referendum, le misure che quella stessa popolazione avrebbe dovuto patire.
Cioe', non e' che voglio difendere Papandreu: mi pare che fino ad un momento prima si era dimostrato prono ad accettare qualunque imposizione e poi, quando la solidita' del suo governo cominciava a vacillare, ha deciso a sorpresa di scaricare la responsabilita' sulla popolazione.
Quel che mi sembra davvero bizzarro e' che ci si aspetta che certe misure antidemocratiche vengano accettate dai governi che si definiscono democratici senza consultare la popolazione. Anzi, guai a chiedere un parere!
E allora mi chiedo dove diavolo sia tutta 'sta millantata democrazia. Tutto finto?

La Merkel impone a Papandreu di imporre ai greci certe misure, senza nemmeno consultarli. Mi chiedo se la stessa Merkel, ci fosse stata la necessita', si sarebbe permessa di strofinarsi le suole sporche di cacca utilizzando come zerbino la democrazia tedesca imponendo le stesse misure ai suoi concittadini. No. I cittadini tedeschi hanno maggiori diritti dei greci. Ma perche'? Non eravamo tutti europei? Non siamo tutti esseri umani?

Merkel e Sarkozy ribattono che i pompieri debbono agire immediatamente, quando c'e' un incendio, senza consultare le persone in pericolo. Mi pare un paragone un po' bizzarro. Primo perche' il motivo principale per cui i pompieri debbono agire immediatamente e' che se tardassero brucerebbe tutto prima di poter agire, mentre non mi pare cosi' immediato l'effetto della crisi (qualche giorno si potra' pure aspettare!), e inoltre non mi pare che un default della grecia significhi necessariamente la fine di quella nazione. Secondo perche' in genere, quando c'e' un incendio, succede che ad appiccarlo non siano stati proprio i pompieri, ne' tanto meno l'azienda che rifornisce di acqua e schiuma le loro autopompe, mentre le ricette contro la crisi mi paioono dettate proprio da chi l'ha innescata (con dolo o incompetenza).

Infine. La crisi economica puo' essere aggravata dall'incapacita' dei paesi in crisi, ma la sopravvivenza dell'Europa stessa e' convenienza di tutti, incluse in primis Germania e Francia. In altre parole, Merkel e Sarkozy possono imporre quel che vogliono, ma e' solo grazie al povero operaio greco che loro possono arrogarsi quel diritto. Sarebbe bello che questo fosse riconosciuto a quell'operaio, che perde il posto, non ha ammortizzatori sociali e ci rimette pure gli anni di contributi per la pensione, spesi per comprare quei disgustosi tailleur e cravatte che i due leader vestono.