martedì 11 settembre 2012

E voi, al mio posto, che fareste?

Tutto e' cominciato a novembre 2011. Anzi, no, qualche mese prima.
Ho cominciato a sentire un fastidio all'interno coscia destro, proprio sul nervo.
Questo fastidio si trasforma in dolore quando piego la gamba destra a squadra, tipo per esempio quando mi siedo a terra a gambe incrociate. In quel caso non riesco ad abbassare il ginocchio verso terra senza provare dolore a quel nervo.
Non e' che sia un gravissimo fastidio, invero, perche' se non mi metto in quella posizione non c'e' alcun problema. Nemmeno se faccio sforzi o attivita' sportive (nuoto, bici, camminate in montagna). Pero' volevo accertarmi che quel problema non fosse in realta' il primo sintomo di qualcosa di piu' grave. Ne' volevo portarmi dieto quel fastidio per il resto dei miei giorni, per cui, visto che dopo qualche mese la situazione era rimasta invariata, a novembre ho deciso di dirlo al mio medico curante (che chiamero' dott.ssa G - dove G sta per medico Generico).
La dott.ssa G non l'ha dipinta molto grave, confermando i miei sospetti che si trattasse di uno strappo muscolare o una tendinite, e mi ha detto che si sarebbe probabilmente presto risolto da se'.
E invece non si e' risolto niente. Da allora ho ripetuto la cosa alla dott.ssa G svariate volte, fino ad arrivare al luglio scorso, quando le ho fatto notare che il sintomo era rimasto pressoche' invariato per circa un anno. Allora, la dott.ssa G mi ha palpato al basso ventre e mi ha chiesto di tossire. Mi ha detto che sentiva un "rimbalzo" e mi ha prescritto un esame specialistico dal chirurgo, perche' c'era una sospetta ernia inguinale.
La mia cultura medica si limita ai corsi di anatomia pane-e-salame organizzati dalla Croce Rossa, ed a circa sette anni di pratica sul campo come volontario in ambulanza, ma ammetto che non sapevo cosa fosse in dettaglio un'ernia inguinale, per cui mi sono fatto spiegare:
L'ernia inguinale e' una lacerazione dell'inguine proprio alla base dell'intestino. Puo' essere che si tratti di un'ulcera e quindi ci sia una parte di intestino che fuoriesce dal legamento inguinale, nel qual caso si vedrebbe un rigonfiamento sulla pancia, oppure la lacerazione e' (al momento) piu' contenuta, nel qual caso l'inguine continuerebbe a svolgere la sua azione contenitiva e quindi non si vedrebbe. In quest'ultimo caso si parla di "punta d'ernia".

Sono un tipo un po' ipocondriaco, ammetto. Se un medico mi dice che ho un problema, comincio a preoccuparmi, e nulla valgono i suoi tentativi di rassicurazione. La dott.ssa G dice che primo non e' il caso di fasciarsi la testa prima di rompersela (l'esame dal chirurgo serve appunto per chiarire la faccenda), secondo anche nel caso peggiore in cui si dovesse operare, l'operazione e' facile, tanto che in genere la fanno eseguire ai chirurghi freschi di specializzazione (l'idea di farmi operare da uno senza esperienza non e' che mi sia stata di molto conforto, ma questa considerazione me la sono tenuta per me).

Va be'. Prendo l'appuntamento per la visita dal chirurgo. Vado al poliambulatorio e mi faccio visitare dalla dott.ssa C (C come Chirurgo), aiutata da un'infermiera. L'esame somiglia a quello fatto dalla dott.ssa G, cioe' una palpazione alla base della pancia con simulazione di attacco di tosse. La dott.ssa G mi ha anche esaminato il testicolo ed ha ripetuto l'operazione sul lato sinistro (dove non ho alcun disturbo). Anche lei mi dice che potrebbe esserci un'ernia, quindi mi prescrive un'"ecografia inguino-scrotale bilaterale". In base al referto di questo esame avrebbe deciso se debbo essere operato oppure no. Anche la dott.ssa C cerca di tranquillizzarmi invano.

Okay. Telefono al numero unico della regione per la prenotazione dell'ecografia. Trovo l'operatore al telefono un po' imbarazzato perche' apparentemente non sa cosa sia una ecografia inguino-scrotale. Strano, di solito gli operatori a questo numero sono abbastanza preparati in materia. Vabbe', mi dice che si deve consultare con qualcuno e che mi richiamera'. Quando lo fa, alla fine, mi assegna un appuntamento per ieri.
Ieri vado all'accettazione e anche la persona allo sportello non sa cosa sia una ecografia inguino-scrotale. Morale decide la tariffa piu' o meno a caso e mi spedisce all'ambulatorio della dott.ssa E (come Ecografista) (che in tutta questa vicenda siano coinvolte solo donne e' una pura coincidenza - un po' imbarazzante, invero, vista la parte del corpo in questione).

Mi irrito un po', perche' anche la dott.ssa E mi dice che la dicitura della ricetta e' scorretta (ma io che ne so?). Tuttavia la richiesta e' chiara, visto che nella prescrizione e' specificato "sospetta ernia inguinale bilaterale".
Lo stupore della dott.ssa E e' dovuto ad un problema procedurale, che mi spiega piu' o meno in questi termini:
Se l'ernia fuoriesce dal legamento inguinale dovrebbe essere visibile come rigonfiamento. Se cosi' fosse, l'ecografia sarebbe utile per escludere cause diverse. Ma non e' questo il caso, visto che non si vede niente. Se invece fosse una "punta d'ernia", la cosa potrebbe essere diagnosticata tramite la palpazione da parte dello specialista, ma l'ecografia risulterebbe inutile, perche' non sarebbe in grado di rilevarla.
Quindi, deduco, l'ecografia prescritta non serve a nulla, perche' al piu' escluderebbe un caso gia' escluso a priori.

Per di piu', quando le descrivo i sintomi, la dott.ssa E mi dice, testuali parole, "non si e' mai vista un'ernia cosi' bassa!" (riferendosi alla zona in cui provo dolore) e mi dice che secondo lei il disturbo e' legato al muscolo o al tendine (cioe' conferma la mia auto-diagnosi pane-e-salame di un anno prima).
Mi chiede riguardo alla perplessita' che legge nel mio sguardo. Dico "e' che scoccia farmi un'ecografia inutilmente". Cerca di rassicurarmi a riguardo, dicendo che non e' proprio inutile: l'ecografia puo' comunque evidenziare che c'e' o che non c'e' qualcosa che non va. Certo non e' utile ai fini dell'ernia.
Io penso ai soldi sprecati da me e dallo Stato (che poi sono ancora io) per quell'esame, ma non dico niente. Chiaramente la dott.ssa E e' tenuta a farmi l'ecografia per cui ho pagato, e, credo per giustificare il palese disservizio, mi fa bell'esame completo: inguine, testicoli, vescica, reni, fegato, milza, pancreas. Tutto a posto (anche quel piccolo calcolo che pensavo di avere al rene, non c'e'). Quindi sono contento, al momento.
Me ne vado con il referto in mano, che stasera portero' alla dott.ssa G.

Ma poi ci penso, e credo stasera le esporro' i miei dubbi.
1) Di chi mi devo fidare? La dott.ssa G implicitamente ammette di non essere in grado di diagnosticare con certezza la mia ernia, infatti mi prescrive una visita specialistica dalla dott.ssa C. La dott.ssa C, per diagnosticarla, ha bisogno di una ecografia. Ma la dott.ssa E mi dice che una ecografia non e' in grado di farlo. Chiaramente mi posso fidare della dott.ssa C o della dott.ssa E, ma di sicuro non di entrambe contemporaneamente, visto che si contraddicono a vicenda. Ora, io non e' che abbia assoluto bisogno di fidarmi di qualcuno, ma l'ernia ce l'ho o no? E non e' un dubbio irrilevante: fare un'ecografia inutilmente e' un conto, ma non e' che posso farmi operare cosi' a casaccio.
2) Naturalmente, indipendentemente dal fastidio alla coscia, io potrei avere un'ernia oppure no. Ammesso che riesca ad ottenere una diagnosi piu' fondata, sarebbe meglio che me la curi. Ma sicuramente, comunque andra', il fastidio alla coscia ce l'avro' ancora, visto che (mi pare appurato) non ha niente a che vedere con l'ernia.

Il fatto e' che ho speso quasi 90 euro, in questa vicenda (28.50 per la visita specialistica e 61 per l'ecografia), ma ora ho piu' dubbi di prima.
Non e' che pretendo che la medicina sia una scienza esatta, ma un minimo di coerenza dovrebbe pur avercela, no?